A Wengen in slittino (Svizzera)

19-22 Marzo 2009 – A Wengen in slittino (Svizzera).

“Mi verrete a trovare vero? Prima che finisca la stagione…”

“Certo che veniamo, dobbiamo solo trovare un po di giorni che vadano bene a noi ma soprattutto a te. Mica possiamo venir su quando lavori?!”

E così tra settembre e febbraio ci sentiamo per un po’ di volte, finché i maledetti impegni ci consentono di fissare una data che sia buona per tutti e tre.

E si parte.

Siamo in due amici, di lunga data, dentro una punto grigia, con un gran sacchetto di caramelle sul cruscotto e quasi otto ore di viaggio davanti.

Dall’altra parte del viaggio c’è l’altro nostro amico, sempre di lunga data, che da un po’ vive in Svizzera e che al momento presta servizio all’Hotel Jungfrau tra le nevi di Wengernalp. E’ lì che dobbiamo arrivare, dopo chilometri di autostrada ed un ultimo piccolo tragitto in treno. Si, perché è solo in treno che si può raggiungere Wengernalp, lo stesso trenino a cremagliera che ogni giorno in inverno trasporta turisti sul comprensorio sciistico e derrate, per gli alberghi come quello dove lavora come stagionale il nostro amico.

C’è qualcosa di magico nei lunghi viaggi tra amici. Si sa che si parte carichi di entusiasmo ma si sa anche che lo stress del viaggio ci porta ad affrontare prima o poi momenti di piccoli attriti, di nervosismo e di nuovo di gioia all’arrivo. E’ normale, credo, in fondo si è amici da tanto anche per questo, per la capacità di confrontarsi, affrontarsi e capirsi.

Qualche tappa, una strada mal consigliata dal navigatore satellitare, che pare non considerare quanto sia facile in Svizzera finire sotto una valanga imboccando la strada sbagliata, e ancora qualche chilometro, laghi, neve a destra ed a sinistra, sole, nubi, gallerie e limiti di velocità.

Alla fine però si arriva dove si vuole arrivare, si parcheggia la piccola (ma grande) punto e si scaricano i bagagli.

Lauterbrunnen, bella, piccola, incassata tra le alte pareti della valle che l’accoglie e protegge.

Qui, bagagli in spalla, ci muoviamo a piedi come tutti gli altri che riempiono le strade. Scarponi da neve, scarponi da montagna, dopo-sci, la gente non indossa altro ai piedi. Gialle, blu, verdi, dei colori più moderni e disparati, le tute da sci, i giubbi da snowboard, le sciarpe ed i cappelli danno un tocco di vivace al freddo pungente.

Si va alla stazione ferroviaria, si spiega al bigliettaio cosa vorremmo fare e lui ci consiglia il biglietto più adeguato. Gentilissimo, paziente e cordiale.

Ed eccoci finalmente a bordo del trenino a cremagliera, che piano piano sale a Wengen e poi prosegue, immerso tra alte pareti di neve spazzata ad arte, tra prati bianchi striati da piccole slavine, in un paesaggio glassato di neve, tanto da sembrare un plastico di quelli dove i modellini ferroviari si ostinano a fare e rifare sempre gli stessi anelli di rotaie.

Il nostro amico ci accoglie a braccia aperte e polsi fasciati… Il lavoro non è dei più semplici, lo sforzo necessario a trasportare le derrate su una tradizionale slitta di legno gli ha procurato delle tendiniti poco simpatiche. Ma sul viso ha un sorriso grande come una casa ed io lo guardo come imbambolato, realizzo a stento come lui abbia trascorso dei mesi interi quassù, isolato dal resto della mia banale vita quotidiana, immerso nel bianco ed al cospetto della Nord dell’Eiger e dei due compari Jungfrau e Monk.

Tutta questa distanza dalla normalità del mio quotidiano mi rende quasi inconcepibile il suo di quotidiano; il suo alzarsi, vivere e tornare la sera a riposare, perennemente immerso nel bianco, isolato dal resto e stanco di una concreta fatica muscolare quotidiana.

Siamo suoi ospiti, nel sottotetto della casa dove i dipendenti dell’albergo alloggiano per l’intera stagione invernale. Mangiamo con loro, consumiamo gli stessi loro pasti e prendiamo quanto più possibile i loro ritmi. Ci si alza presto, si resta attivi finché c’è luce e poi ci si ritrova in cucina per cenare, chiacchierare e spesso andarsene a letto prestissimo.

Ma veniamo al dunque! Non siamo mica qui per starcene seduti tutto il giorno… E nemmeno per lavorare!

Siamo qui perché il nostro amico ci ha promesso di farci divertire sulla neve! Sci? Snowboard? Palle di neve? No! Niente di tutto questo… Slittino!

Ebbene si! Due giornate in giro con gli slittini!

Certo, per noi, abituati in Italia ad una o due piste da slittino, potrà sembrare una cosa piuttosto noiosa, ma qui lo slittino ha una sua dimensione propria, e non intendo solo fisica, intendo piuttosto che viene considerato quasi al pari delle altre attività invernali.

Diamo un’occhiata ad una mappa che segna anche le piste da slittino e subito mi rendo conto che scendere con gli sci o con lo slittino non fa molta differenza.

Qui nel comprensorio di Wengen ci sono letteralmente chilometri di piste preparate esclusivamente per lo slittino, con tanto di segnaletica dedicata, tracciati riservati, bivi, cabinovie, trenini a cremagliera, ed ogni altro mezzo necessario a farci stare in giro in slittino per un’intera giornata!

Così, dopo aver affittato il potente mezzo a Wengen (su consiglio dell’amico ormai esperto si decide per slittini in alluminio, molto più veloci di quelli in legno), iniziamo con una cabinovia e con una breve camminata in salita che ci consente di raggiungere in breve la cima di un monte a ridosso di Wengen.

Da qua sù è possibile osservare una buona parte del tragitto della pista da slittino dove ci stiamo per lanciare. Una striscia bianca larga come una strada sterrata e battuta di fresco con il gatto delle nevi (ogni mattina viene risistemata!) passa lungo il versante che sta sotto di noi, prima come pista indipendente, poi affiancandosi a quelle da sci, ed infine entrando nel fitto del bosco,dove solo qua e là resta ancora visibile.

Giù a valle, molto ma molto più giù di dove siamo ora, un piccolo paesino (Grindelwald) segna la fine della pista, dove, attraversati in volata gli ultimi campi innevati, oramai lontani dalla boscaglia, potremo scendere dalla slitta, caricarla in spalla e salire su uno dei trenini a cremagliera che ci porteranno verso altre mete ed altre piste.

Beh, non so voi, ma io al pensiero di essere in cima ad una montagna e sapere di poter raggiungere in un’unica lunga discesa, il pese sottostante, seduto su di un trabiccolo poco più grande di una sedia… Ero già gasato prima di partire!

A parte alcuni iniziali tentennamenti ed un paio di prove di frenata (non è che fossimo così abituati al mezzo), abbiamo fatto l’intera pista in sella allo slittino, filando come saette e divertendoci come a me non capitava a da un bel po’ di anni.

Ci siamo presi qualche rischio, e per un paio di volte mi son visto attaccato ad un albero o in cima al tetto di una baita semisepolta dalla neve, ma tutto alla fine è filato liscio! Dalla cima della montagna a Grindelwald, in fondovalle! Straordinario!

Delle varie altre discese previste per quel giorno, alcune sono saltate per mancanza di tempo, ma ci siamo divertiti, abbiamo anche camminato un bel pò e alla fine, una volta saliti sul trenino che ci avrebbe riportato all’Hotel Jungfrau a Wengernalp, la stachezza si è fatta sentire per bene.

Cena abbondante, birra, chiacchiere e poi a letto, per prepararci al giorno seguente!

Altra giornata di slittino, sul versante opposto della valle già visitata il giorno prima.

Discesa in slittino al paese di Grindelwald, visto il giorno precedente, breve tratto in autobus e poi salita in cabinovia.

Camminata di alcune decine di minuti ed infine discesa, pendente al punto giusto, su prato innevato all’inizio e poi in bosco, tra alberi, baite e tornanti a tutta velocità.

Pausa per bere qualcosa in baita, lungo la pista, un po di relax al sole e poi via di nuovo in discesa, verso il paese sottostante, tagliando le ultime centinaia di metri attraverso i prati delle case, pur di evitare l’asfalto.

Due grandi giornate.

Un mezzo, lo slittino, che ho rivalutato completamente, se non addirittura scoperto, in questo breve giro in Svizzera.

Si rischiano un pochino le gambe, è vero, ma l’emozione che si riceve in cambio, e l’adrenalina che ti dà lasciarti andare, quasi sdraiato a pochi centimetri da terra, è qualcosa di grande.

Che velocità si raggiunge? Non ne ho idea, ma i dopo-sci che usavo hanno adesso parte del tallone, in plastica, fuso… Direi che non si andava tanto piano!

Magari a saperci andare bene si può far di meglio anche senza arrivare a fondere le suole, ma comunque, in proporzione alla nostra capacità e preparazione, non ci siamo sicuramente risparmiati!

Ci tornerei subito, e questo mi basta e mi avanza, come metro di misura del divertimento!

Arriviamo proprio al momento dell'ammaina bandiera. Uno dei compiti più leggeri del nostro amico.
Arriviamo proprio al momento dell’ammaina bandiera. Uno dei compiti più leggeri del nostro amico.
Primo giorno, dopo la cabinovia presa a Wengen, si sale a piedi l'ultimo breve tratto fino alla cima adiacente. Da qui ha inizio la prima lunga discesa in slittino, verso il fondovalle, verso Grindelwald.
Primo giorno, dopo la cabinovia presa a Wengen, si sale a piedi l’ultimo breve tratto fino alla cima adiacente. Da qui ha inizio la prima lunga discesa in slittino, verso il fondovalle, verso Grindelwald.
Si parte! Dalla cima fino al fondovalle (Grindelwald), in un'unica e ininterrotta pista per slittini. Kilometri di divertimento!
Si parte! Dalla cima fino al fondovalle (Grindelwald), in un’unica e ininterrotta pista per slittini. Chilometri di divertimento!
Alle porte di Grindelwald, dove termina la pista da slittino. Prati e piccoli fienili annunciano la prossimità del paese.
Alle porte di Grindelwald, dove termina la pista da slittino. Prati e piccoli fienili annunciano la prossimità del paese.
Qualche tratto a piedi con slittino al traino, tanto per tenerci in forma. Qui siamo ai piedi della parete Nord dell'Eiger.
Qualche tratto a piedi con slittino al traino, tanto per tenerci in forma. Qui siamo ai piedi della parete Nord dell’Eiger.
La famosa parete Nord dell'Eiger.
La famosa parete Nord dell’Eiger.
Secondo giorno. Si parte all'ombra della parete nord dell'Eiger. E ovviamente si parte con una buona colazione presso un tipico ristoro, direttamente sulla pista per slittino.
Secondo giorno. Si parte all’ombra della parete nord dell’Eiger. E ovviamente si parte con una buona colazione presso un tipico ristoro, direttamente sulla pista per slittino.
Terminata la colazione, è ora di toglierci dalla fredda ombra della parte nord dell'Eiger.
Terminata la colazione, è ora di toglierci dalla fredda ombra della parte nord dell’Eiger.
Ecco uno dei tanti tratti di pista per slittino. Qui ogni mattina il fondo di tutte le piste per slittino viene battuto e preparato con il gatto delle nevi.
Ecco uno dei tanti tratti di pista per slittino. Qui ogni mattina il fondo di tutte le piste per slittino viene battuto e preparato con il gatto delle nevi.
Dopo la discesa a Grindelwald, si sale sul versante opposto della valle (bus e cabinovia) e poi si procede a piedi verso il punto in cui la pista da slittino inizia a scendere.
Dopo la discesa a Grindelwald, si sale sul versante opposto della valle (bus e cabinovia) e poi si procede a piedi verso il punto in cui la pista da slittino inizia a scendere.
Anche qualche caduta dallo slittino fa parte del gioco... L'importante è che le gambe non ci vadano di mezzo!
Anche qualche caduta dallo slittino fa parte del gioco… L’importante è che le gambe non ci vadano di mezzo!
Pronti sullo slittino, si riparte dopo una breve pausa panoramica presso una baita... Grindelwald arriviamo!
Pronti sullo slittino, si riparte dopo una breve pausa panoramica presso una baita… Grindelwald arriviamo!
Altra pausa lungo la pista da slittino. Relax, sole e birretta.
Altra pausa lungo la pista da slittino. Relax, sole e birretta.
Scendendo verso Grindelwald, alcuni tratti si percorrono a piedi, causa scioglimento della neve. Incrociamo un personaggio locale che è appena sceso con una particolare bicicletta-slittino, tipica di Grindelwald.
Scendendo verso Grindelwald, alcuni tratti si percorrono a piedi, causa scioglimento della neve. Incrociamo un personaggio locale che è appena sceso con una particolare bicicletta-slittino, tipica di Grindelwald.
Uno dei tanti trenini a cremagliera mentre passa davanti all'Hotel Jungfrau (Wengernalp). Troppo tipico!
Uno dei tanti trenini a cremagliera mentre passa davanti all’Hotel Jungfrau (Wengernalp). Troppo tipico!
Un primo piano del nostro potente mezzo. Il veloce e leggero slittino in alluminio, noleggiabile a Wengen.
Un primo piano del nostro potente mezzo. Il veloce e leggero slittino in alluminio, noleggiabile a Wengen.
Caratteristiche pelli di pecora utilizzate in inverno come copri sedie.
Caratteristiche pelli di pecora utilizzate in inverno come copri sedie.

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