Escursione alla cima del Monte Sperone… nella nebbia

Domenica 28 Ottobre 2007 – Escursione, nella nebbia, alla cima del Monte Sperone, Belluno.

Un giorno conosco via email un tizio che gironzolando su internet aveva rintracciato ilpaletto e si chiedeva se avessi notizie (visto il nome del sito) de “ilpalo”, mitico sito di escursioni oramai chiuso, nonché motivo ispiratore de ilpaletto.

Chiacchierando un po di più, scambiando un po di idee, vengo a scoprire che abbiamo interessi in comune, che non abitiamo così lontani e che anche lui si occupa nel tempo libero di un sito: BellunoDolomiti.it !!!

Ripeto: BellunoDolomiti.it ! Uno dei siti cardine per ricercare eventi nel bellunese ed oltre.

Stringiamo un’amicizia “emailare” finché un giorno un’intera delegazione di Palettiani si reca alla festa annuale di BellunoDolomiti.

Gran bella gente, veramente! Anzi, ne approfitto per salutare tutti quelli conosciuti alla cena!

Nello scambio di saluti, messaggi ed idee, Mirco (che non mi par più il caso di chiamare “tizio”!) propone anche un’escursione fuori porta, in stile Paletto, nelle sue zone.

Il Monte Sperone, che rappresenta per i Bellunesi un po quel che significa il Monte Altare per i Vittoriesi.

Si va, non si va, il tempo, un amico non può oggi, io non posso domani … alla fine rimandiamo per talmente tanto tempo che il Monte Sperone rischia di finire in dimenticatoio!

Ne esce improvvisamente un giorno che, dopo esserci organizzati a puntino, ci ritroviamo al mattino immersi nel grigiore di fine Ottobre.

Che fare? Rinunciamo alla giornata in compagnia? Mai!

Cerchiamo di scovare una gita fuori porta che non abbia grosse pretese o rischi elevati… mumble … mumble… il Monte Sperone!!!

Troppo tardi per chiamare Mirco, ma non per andarci noi direttamente in quanto Palettiani DOC.

Spulciamo le cartine topografiche e stradali e ci avviciniamo a Sospirolo, ad est di Belluno.

Da qui per stradine arriviamo sempre più vicini ai piedi del Monte Sperone, finché, divenuto l’asfalto una striscia di cemento, preferiamo lasciare l’auto alla prima piazzola sufficientemente spaziosa.

Zaino in spalla, nebbia tutt’intorno, si parte!

Procediamo su cementata per un altro quarto d’ora e poi, presso una casa con parcheggio, infiliamo un sentiero corredato di insegna in legno con “Sperone” chiaramente indicato.

Una prima salita su bosco di alberi dalle dimensioni modeste lascia presto il passo ad un bosco più serio, con arbusti più slanciati e significativi… tanto quanto la nebbia che ancora non accenna a diradare.

Ovattati, dalla nebbia e dal manto di foglie rosse e gialle che ricopre il sentiero, procediamo con calma, immersi nell’umido di questa giornatina autunnale tipica.

Usciti dal bosco, la nebbia si fa ancora più fitta, e man mano che si sale perdiamo il contatto con il “prima” ed il “dopo”, quasi fossimo sospesi in cielo: noi e questi pochi metri visibili di sentiero su cui stiamo in piedi.

Dopo una zona a prato, di cui ignoriamo l’estensione (non si vedeva assolutamente oltre i 5 metri), il sentiero inizia a percorrere una zona dalla configurazione tipica a cresta, mostrando lateralmente pareti che sprofondano nella nebbia, senza che se ne possa vedere distintamente la base.

Siamo quasi alla cima. Dobbiamo fare un po più di attenzione, qui la nebbia crea uno strano effetto combinandosi con la verticalità della cresta.

Finalmente la croce s’intravvede, come se si componesse dal nulla, immersa nel grigio bianco della nebbia.

Pausa in cima, dove alcuni massi fanno da sedia, e dove un incredibile panorama oggi non si farà vedere!

360 gradi di visuale azzerata!

Attendiamo sperando che il biancore lattiginoso si alzi e lasci scorgere qualcosa, ma l’attesa è vana… non ci resta che rassegnarci!

Dovremo tornare una seconda volta! Era destino che si salisse quassù con Mirco! Amen.

Amen si, ma non buttiamoci proprio giù del tutto!

Apriamo gli zaini e ne caviamo fuori qualche panino, cioccolata e soprattutto una bottiglia di vino rosso!

Ho dimenticato i bicchieri, ma non se ne accorge nessuno!

In pochi minuti la bottiglia è “over”!

Quattro chiacchiere, quattro risate, ed anche per oggi è andata, nonostante la nebbia!

Scendiamo lieti per la stessa strada percorsa in salita.

Rischiamo di perderci verso la fine, ma è normale, la nebbia annebbia le menti!

… o era forse il vino?!?

 

Alcuni tempi e dislivelli

– circa 700 metri di dislivello, unicamente in salita

– un’ora e mezza per raggiungere la cima, con la dovuta calma!

 

Prima salita su sentiero, dopo la parte cementata. Il tempo non promette bene.
Prima salita su sentiero, dopo la parte cementata. Il tempo non promette bene.
Siamo decisamente a fine Ottobre. Lo si legge fin troppo bene a terra ed in cielo.
Siamo decisamente a fine Ottobre. Lo si legge fin troppo bene a terra ed in cielo.
La scarsa visibilità invita a raccogliere e godere di dettagli altrimenti invisibili.
La scarsa visibilità invita a raccogliere e godere di dettagli altrimenti invisibili.
Sempre più vicini alla cima. Il sentiero ci porta ora a camminare sul bordo di pareti molto verticali, delle quali possiamo solo immaginare la parte iniziale, avvolta nella nebbia.
Sempre più vicini alla cima. Il sentiero ci porta ora a camminare sul bordo di pareti molto verticali, delle quali possiamo solo immaginare la parte iniziale, avvolta nella nebbia.
Fa capolino finalmente la grande croce sulla cima dello Sperone. E la nebbia non accenna a diradarsi.
Fa capolino finalmente la grande croce sulla cima dello Sperone. E la nebbia non accenna a diradarsi.
Nessun panorama da ammirare, proprio qui dove avremmo 360 gradi di piacere per gli occhi. Non ci resta che consolarci e riscaldarci nel modo più classico, quattro risate ed un po' di vino buono!
Nessun panorama da ammirare, proprio qui dove avremmo 360 gradi di piacere per gli occhi. Non ci resta che consolarci e riscaldarci nel modo più classico, quattro risate ed un po’ di vino buono!

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