Escursione invernale ai laghi del Colbricon

11 Gennaio 2007 (e di nuovo il 13 Gennaio) – Escursione invernale ai laghi del Colbricon.

11 Gennaio 2007: mattinata che rischia di andare sprecata a causa di un malessere invernale improvviso.

Al risveglio qualcosa non va. La mia compagna di viaggio avverte un malessere che la costringe a letto a riposare.

Resto un po in compagnia ma quando vedo che non sono di alcun supporto mi congedo e decido di dare un senso diverso al tempo che scorre inesorabile.

Esco e scelgo un’escursione in zona (mi trovo già a Bellamonte, non lontano da Passo Rolle).

L’occasione è perfetta per un giro veloce ai Laghi di Colbricon.

Infilo le ciaspe in auto, raccatto lo stretto necessario e parto.

Un po di musica, andazzo da vacanza, guido tranquillo verso Passo Rolle lasciandomi alle spalle Bellamonte, il Lago di Paneveggio e la piccola località di Paneveggio, dove ha sede il centro accoglienza dell’omonimo Parco di Paneveggio.

Poi piano inizio a salire verso Passo Rolle. Occhi sempre aperti, qui è zona di caprioli e volpi, anche se siamo oramai a mezzogiorno, qualcosa si potrebbe avvistare.

Una breve serie di tornanti ed in breve sono a Malga Rolle, quasi sul punto piu alto di Passo Rolle.

Parcheggio e preparo le poche cose che ho portato.

Pronto! Sarà un’escursione in solitaria, ma nemmeno poi tanto: il tracciato è breve e già dall’inizio si scorge quanto sia già stato battuto.

Un’altra coppia, con tanto di compare a 4 zampe, si appresta ad iniziare il percorso quasi nello stesso momento.

L’inizio è semplice ma riporta poche indicazioni sulla direzione da intraprendere.

Qui, nonostrante l’inverno poco generoso, ci sono circa 30 centimetri di neve e questo non aiuta ad indovinare qual’è il sentiero corretto.

Scelgo la traccia più decisa, più marcata, tra una decina di altre traccie sparse li in zona.

Lo stesso sembrano fare gli altri temporanei compagni di viaggio, compare a 4 zampe compreso (che ha un fiuto molto migliore del nostro!).

Comunque, in breve, il sentiero si fa più marcato ed inequivocabile. Tanto marcato e percorso che a tratti diviene una lastra di ghiaccio.

Sgancio le ciaspe dallo zaino e tento di utilizzarle come sostitutivo dei ramponi.

Funzionano, ma fanno un baccano che rende impossibile proseguire sperando di avvistare qualcosa di “vagamente vivo e non sordo”.

Resisto 20 metri circa, poi le riaggancio allo zaino e procedo con gli scarponi.

Incrocio un paio di volte gli altri compagni di viaggio, che procedono assolutamente spediti indossando semplicemente dei doposcì, che grazie alle mini ventose sulla suola scivolano molto meno di me!

Sorprendente! Io rischio l’osso del collo ogni 3 passi e loro procedono spediti con i più calssici dei doposcì!

Mi fermo per qualche foto, per osservare il bosco ed assaporarne il silenzio, fino a quando incrocio nuovamente i ragazzi.

Sembrano pronti a rientrare, un po sconfortati dalla mancanza di segnali chiari che indichino l’esattezza del sentiero e magari anche il tempo che ancora manca per raggiungere i Laghi del Colbricon.

Non mi sembra una buona idea, ma non ho molti strumenti per convincerli..

Nemmeno io sono certo che siamo sul sentiero giusto e mi son fermato così tante volte a far foto che ho perso un po’ la cognizione del tempo.

Azzardo che forse in 5 minuti dovremmo essere in vista del rifugio Colbricon, ma non intendono proseguire.

Io invece procedo ed in 2 minuti arrivo a vedere (ancora in lontananza) il Rifugio Colbricon.

Ritorno velocemente sui miei passi per qualche centinaio di metri ma oramai i “temporanei” compagni di viaggio sono troppo lontani, sulla via del ritorno. Amen.

Raggiungo il Rifugio ed i Laghi del Colbricon, ghiacciati, coperti di candida neve e ricamati di fantasiose tracce di animali ed escursionisti coraggiosi!

Mangio un boccone di qualcosa che trovo nello zaino, e procedo oltre, fino ad una piccola forcella che da verso sud.

Mi siedo. Un lieve vento freddo mi costringe a cercare un posto un po riparato, appena sotto la forcella.

Resto qui, immobile, mentre sotto di me qualcuno ogni tanto passa sugli sci, scendendo da una stretta pista. Non li invidio. Me la godo di più io da quassù.

Quindici minuti dopo, silenziosi e non molto lontani da me, scorgo 4 splendidi camosci che assolutamente non mi vedono e lentamente salgono lungo uno dei pendii che racchiudono la forcella.

Sono meravigliosi, ne prendo alcune foto, ma non ho uno zoom adeguato e ne esce qualcosa di scarsa qualità. Pazienza.

Appagato, mi rialzo e ritorno piano sui miei passi.

Incrocio un gruppo di escursionisti che sale dal Rifugio alla forcella ma dubito che potrà godersi la vista dei camosci, specie se continuano a chiacchierare a quel modo! 😉

Rientro a Malga Rolle, dove ho lasciato la macchina e poi giù di nuovo a Bellamonte.

Nel frattempo gli acciacchi invernali sono spariti e siamo di nuovo in due!

Appena racconto l’escursione e l’avvistamento dei camosci, non posso far a meno di riorganizzarne un’altra per due giorni dopo!

E cosi il 13 Gennaio sono di nuovo sullo stesso sentiero, ma questa volta siamo in due.

Ripercorriamo tutto, forcella compresa, ma non avvistiamo i camosci, fortunatamente non è tutto così automatico!

Pazienza, ne abbiamo visti di animaletti in questi giorni!

Oggi è l’ultimo giorno di ferie, rientriamo a Malga Rolle e pranziamo al caldo del camino.

L’escursione e l’ottimo pranzo in Malga Rolle, renderanno certamente meno triste il rientro dalle ferie!

Patenza! Appena individuato il sentiero e testate le ciaspe sul ghiaccio, decido che il rumore che producono e' troppo. Meglio riagganciarle allo zaino e procedere con scarponi e... Cautela!
Patenza! Appena individuato il sentiero e testate le ciaspe sul ghiaccio, decido che il rumore che producono e’ troppo. Meglio riagganciarle allo zaino e procedere con scarponi e… Cautela!
Sono oramai in vista dei Laghi del colbricon e dell'omonimo Rifugio Colbricon. Ne aprofitto per qualche foto al sole che gioca con la neve.
Sono oramai in vista dei Laghi del colbricon e dell’omonimo Rifugio Colbricon. Ne aprofitto per qualche foto al sole che gioca con la neve.
Ecco il Rifugio Colbricon! Alla sua destra, quella parte bianca e piatta e' uno dei Laghi del Colbricon. Notare le impronte di varia natura sulla superfice ghiacciata ed innevata.
Ecco il Rifugio Colbricon! Alla sua destra, quella parte bianca e piatta e’ uno dei Laghi del Colbricon. Notare le impronte di varia natura sulla superfice ghiacciata ed innevata.
La sosta prolungata in forcella viene infine premiata con l'avvistamento di 4 splendidi camosci. La qualita' della foto non e' eccelsa, ma purtroppo e' tutto quel che ho! ;-)
La sosta prolungata in forcella viene infine premiata con l’avvistamento di 4 splendidi camosci. La qualita’ della foto non e’ eccelsa, ma purtroppo e’ tutto quel che ho! 😉
Rientrando dalla forcella al Rifugio Colbricon, questo simpatico segnale indica che siamo nella "Riserva integrale del Colbricon" e che in particolare questo posto si chiama Buse dell'Oro. Devo iniziare a setacciare?!?
Rientrando dalla forcella al Rifugio Colbricon, questo simpatico segnale indica che siamo nella “Riserva integrale del Colbricon” e che in particolare questo posto si chiama Buse dell’Oro. Devo iniziare a setacciare?!?
Ecco Malga Rolle, dove, oltre a parcheggiare l'auto, si puo' anche pranzare in modo sublime e, tempo permettendo, tentare pure una tintarella pomeridiana! Seriamente, vale la pena fermarsi a mangiare se avete la fortuna di trovare posto.
Ecco Malga Rolle, dove, oltre a parcheggiare l’auto, si puo’ anche pranzare in modo sublime e, tempo permettendo, tentare pure una tintarella pomeridiana! Seriamente, vale la pena fermarsi a mangiare se avete la fortuna di trovare posto.
All'interno, Malga Rolle, sembra il concretizzarsi del termine "calda accoglienza". Come si fa a non rilassarsi vicini ad un fuoco come questo?!?
All’interno, Malga Rolle, sembra il concretizzarsi del termine “calda accoglienza”. Come si fa a non rilassarsi vicini ad un fuoco come questo?!?

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