Escursione a Salt Point State Park, California

29 Luglio 2007 – Escursione a Salt Point State Park, California.

Salt Point. Ci troviamo a circa 4 ore di auto a nord di San Francisco, California.

Salt Point State Park è un parco che si sviluppa dalla costa dell’oceano Pacifico fin verso l’interno, inglobando sia aree prative verso il mare sia foreste di vario tipo verso l’interno.

Che ci fa il Paletto così lontano da casa? Ferie naturalmente!

Due membri storici sono già in zona da un po’, mentre altri due giungono appositamente per un saluto, un’uscita nel parco e per un’ovvia e meritata vacanza in quel di San Francisco.

Capita che i due già in zona, particolarmente amanti della corsa, siano stati invitati a correre la maratona di Salt Point, appuntamento annuale a loro già ben noto.

L’associazione “Pacific Coast Trail Runs”, che qui organizza la maratona Salt Point Trail Run (nel sito due palettiani in foto!), è molto attiva nella zona ed i nostri due appassionati, quando non corrono, aiutano offrendo prezioso supporto.

Noi che si arriva a fare un po di vacanza, non ci si può certo astenere dall’accompagnarli al Salt Point State Park.

La “Pacific Coast Trail Runs” assicura che “hikers are welcome” (i camminatori sono benvenuti) e noi, senza pensarci troppo alziamo la mano ed entriamo nell’evento!

Si partecipa un po per curiosità ed un po per passare qualche giorno in piacevole compagnia, immersi in una natura dall’aspetto così diverso da quella a cui siamo abituati.

Eccoci quindi tutti e quattro qui a Salt Point, in faccia ad un sole caldo ed un cielo limpido che, mi riferiscono, non essere sempre così scontati in queste zone costiere.

L’evento è decisamente simpatico, l’accoglienza calorosa ed il posto incantevole.

Il parco è abbastanza selvaggio, se si esclude una strada che l’attraversa, una casupola all’ingresso, un parcheggio con bagni e un piccolo centro accoglienza per i visitatori.

Il resto delle traccie “umane” consiste in alcune stradine chiuse al traffico ed una teoria di sentieri che val la pena conoscere prima di addentrarvisi, visto che sono praticamente privi di segnaletica.

Tanto per essere chiari fino in fondo, qui in zona si dice abitino l’orso, il puma, cervi, procioni, serpenti di vario tipo, incluso il serpente a sonagli.

Insomma un posto dove forse è bene non perdersi e che comunque risulta più salutare girare almeno in due.

Ci iscriviamo tutti e 4 alla 11 km (lasciando agli altri la 26 km e la 50 km). Gli amanti della corsa porteranno il Paletto in giro al ritmo degli altri concorrenti (leggi qui la recensione sulla corsa).
Noi due vacanzieri resteremo invece fedeli al trekking (o hiking, come viene qui detto), affrontando lo stesso tracciato armati di zainetto, macchina fotografica, etc…

In qualsiasi altra occasione, dover affrontare un ambiente ignoto ci avrebbe creato una certa ansia, ma oggi tutto è perfettamente segnato e preparato per la maratona (un grosso ringraziamento alla “Pacific Coast Trail Runs”!). Non ci resta che camminare e seguire i segnali gialli della 11 km, di sentiero in sentiero.

Una nota curiosa: i segnali sono stati disseminati quasi a cadenza regolare, difficile perdersi, e sono stati fissati a delle mollette di legno per il bucato, che poi a loro volta sono state appese a rami, ciuffi d’erba e cespugli. Metodo decisamente ecologico e che soprattutto mira al riutilizzo piuttosto che al riciclo. Lodevole!

8:30 Si Parte! Noi pochi hikers ci teniamo dietro al resto dei concorrenti, evitando di creare intralcio.

Qualche lieve incidente di partenza, ma per il resto tutto fila liscio. Iniziamo a dipanarci lungo la prima sterrata che lentamente s’immerge nel fitto abbandonando la vista dell’oceano.

Poi si sale, si entra nella foresta, s’inizia a sudare. Il terreno è vario, radici, terra, sabbia. Non invidio chi sta correndo, specie se lo fa puramente per battere dei tempi… Sarà una giornatina dura per loro!

Noi lentamente ci spingiamo avanti, ammirando ambienti diversi da quelli a cui siamo abituati. Alberi altissimi, cespugli, sabbia e terra si mescolano tra profumi tipici delle pinete marine e visioni di boschi che ricordano nettamente la montagna.

Affascinato non posso far a meno di fermarmi a scattare qualche foto o anche solo ad ascoltare suoni e canti diversi da quelli a cui sono abituato.

Passiamo la strada che attraversa il parco, scortati da un membro dell’organizzazione (niente è lasciato al caso!).

Si sale ancora e il paesaggio cambia, gli alberi si fanno più alti, molto più alti!

Si lascia un sentiero per una sterrata e si sale ancora. Qualcuno dalla retroguardia si fa avanti camminando. Altri hikers che mantengono la distanza, quasi in segno di rispetto, quasi a non voler interferire col nostro spazio e le nostre sensazioni.

Finalmente la salita termina e si esce su una radura ampia ed assolata, detta la “prateria”. In effetti è un grande prato piatto sulla sommità del colle in cui ci troviamo (circa 330 metri di dislivello rispetto al punto di partenza).

Ora prevale la sabbia. Il terreno è nettamente diverso, ricorda quasi esclusivamente una pineta marittima.

Alla fine del prato si scende e la prateria cambia lasciando il posto a quella che potrebbe essere l’equivalente della nostra macchia mediterranea. Il fondo del tracciato resta sabbioso, il profumo è quello delle resine delle pinete assolate.

Una serie di piccoli e grandi cartelli iniziano a fornire informazioni turistiche in merito al tipo di vegetazione ed in merito alla formazione dell’habitat in cui ci troviamo.

Mi par di capire che ci sono dune addirittura preistoriche, ora ricoperte da vegetazione, e che le dune lasciano tra loro spazio alla foresta vera e propria. Leggo rapidamente, scatto qualche foto e continuo, se non ho capito male la foresta sta subito davanti a me.

Ed in effetti ci entriamo subito dopo! La sabbia sparisce da sotto i piedi e gli alberi si fanno enormi, alti e con fusti larghi. Siamo rapidamente in ombra, fa freddo e la sensazione che provo è veramente strana: stiamo scendendo e da un ambiente quasi marino mi ritrovo in una fresca foresta con la “F” maiuscola e gli alberi ancora più maiuscoli!

Altre foto, altri cartelli informativi: gli alberi enormi sono chiamati “Redwood”, tipicissimi della zona e largamente presenti in passato anche tutt’intorno a San Francisco.

Rapiti dalla discesa e dal bosco ci separiamo per un po’, lungo il sentiero ben segnato ma pur sempre immerso in una foresta “praticata” anche da orsi e puma.

Una rapida riflessione mi suggerisce di scendere un po più veloce e tornare a fare gruppo… Anche due è pur sempre più “gruppo” di 1 e 1!!!

Terminata la foresta ci ritroviamo oramai vicini alla costa, la vegetazione si fa più rada e marittima. Il sole passa di nuovo tra le fronde e ci riscalda.

Qualche atleta della 26 km o 50 km ci passa vicino sfrecciando … Ne ha ancora da correre!

Riattraversata la strada siamo di fronte all’oceano Pacifico! La parte finale del tracciato si srotola ora in discesa su prato e si snoda poi in riva all’oceano, sul bordo della scogliera.

Il sole ci bacia pienamente. Tolgo la maglietta, bevo un po d’acqua e mi fermo qualche minuto a fotografare un gruppo di foche che si gode beatamente il sole sulle rocce ai piedi della scogliera.

Siamo oramai agli sgoccioli. Il sentiero risale al parcheggio e da qui in breve siamo al centro accoglienza da dove siamo partiti.

Foto all’arrivo, registrazione dei tempi. Siamo ultimi ma non è certo questo a rattristarmi: è finita! E’ stato un giro stupendo, tra ambienti così diversi ma così vicini, di fronte ad un oceano di un blu intenso e sotto un cielo limpido come pochi.

Ricomincerei, ma subito il ristoro mi attrae come una calamita: una scodella di zuppa di pollo, poi una di chilli e per finire una razzia in stile guerriglia al tavolo dei dolciumi (caramelline dai mille colori, biscotti glassati, etc..).

Dopo essermi ricaricato ben più di quanto ho avuto modo di bruciare, giunge anche l’ora di salutare. Diamo un arrivederci all’organizzazione (non si sa mai, la vita è lunga!) e ci muoviamo tutti e 4 verso la scogliera, per una pennica e un po di sole.

Le ultime 4 chiacchiere su come ognuno ha vissuto in modo diverso il percorso. Poi il silenzio cala. Qualcuno si appisola, qualcuno ci prova ma non trova pace.

Io mi metto per un po’ di fronte ad un Oceano che non vedrò poi così spesso.
Non penso, lascio che il vento mi colpisca a raffiche ravvicinate.

Di tanto in tanto qualche foca passa tra gli scogli nuotando rapidamente sott’acqua e riemergendo solo con la grossa testa.

Cercano anche loro un buon posto per asciugarsi al sole, o forse hanno un appuntamento con qualcuno, qualche scoglio più in là. Chissà!?

La stanchezza avanza, gli occhi a fessura non sono più una semplice difesa dal vento, sono oramai un chiaro segnale che è il mio momento per un sano riposino.

Mi sdraio, chiudo gli occhi… Alla prossima!

Seguono alcuni riferimenti ufficiali:
L’associazione “Pacific Coast Trail Runs”
clicca e leggi il calendario ufficiale degli eventi, le schede delle maratone, etc..
La maratona Salt Point Trail Run
clicca e leggi la scheda relativa alla maratona, incluse distanze, dislivelli, costi, etc..
Salt Point State Park
clicca e leggi un po d’informazioni ufficiali sul parco.

Un po di riscaldamento. La giornata promette bene, il sole inizia a scaldare. L'aria restera' limpida per tutto il giorno.
Un po di riscaldamento. La giornata promette bene, il sole inizia a scaldare. L’aria resterà limpida per tutto il giorno.
Il centro accoglienza visitatori. Niente di esagerato, giusto il minimo necesario. Una filosofia che dovremmo adottare anche in Italia.
Il centro accoglienza visitatori. Niente di esagerato, giusto il minimo necessario. Una filosofia che dovremmo adottare anche in Italia.
Eccoci alla partenza. Ci accodiamo ai runners ed iniziamo gli 11 km nel parco.
Eccoci alla partenza. Ci accodiamo ai runners ed iniziamo gli 11 km nel parco.
Altissimi Redwood, alberi tipici della zona, caratterizzano il tracciato.
Altissimi Redwood, alberi tipici della zona, caratterizzano il tracciato.
Nel punto piu' alto del tracciato, una prateria assolata.
Nel punto più alto del tracciato, una prateria assolata.
Si scende e si entra in una zona sabbiosa contornata da un ambiente che hai profumi della nostra macchia mediterranea.
Si scende e si entra in una zona sabbiosa contornata da un ambiente che hai profumi della nostra macchia mediterranea.
Fuori dalla macchia, al di la della strada, ci attende nuovamente la costa oceanica per l'ultimo tratto del tracciato.
Fuori dalla macchia, al di la della strada, ci attende nuovamente la costa oceanica per l’ultimo tratto del tracciato.
In riva all'Oceano Pacifico per la parte finale del percorso. Alla base delle scogliere, colonie di foche al sole.
In riva all’Oceano Pacifico per la parte finale del percorso. Alla base delle scogliere, colonie di foche al sole.
Pcific Coast Trail Runs, Serious Fun. Logo e slogan dell'Organizzazione, direttamente dal banner "Finish".
Pacific Coast Trail Runs, Serious Fun. Logo e slogan dell’Organizzazione, direttamente dal banner “Finish”.
Ai punti di ristoro, ricche varieta' di dolciumi dai mille colori e biscotti dalle variopinte glasse. In aggiunta, al ristoro finale, zuppa di pollo e scodelle di chilli!
Ai punti di ristoro, ricche varietà di dolciumi dai mille colori e biscotti dalle variopinte glasse. In aggiunta, al ristoro finale, zuppa di pollo e scodelle di chilli!
Anche per oggi abbiamo dato ed abbiamo ricevuto. Ultime riflessioni mentre il Pacifico, il vento e le foche la fanno da padroni.
Anche per oggi abbiamo dato ed abbiamo ricevuto. Ultime riflessioni mentre il Pacifico, il vento e le foche la fanno da padroni.

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