14 Luglio 2007 – Cima Schiara da Rifugio 7° Alpini, passando per Ferrate Zacchi e Berti, Bivacco Bernardina, ed infine Bivacco Sandro Bocco al Marmol.
Ed eccoci di prima mattina a girarci e rigirarci nel letto “un po’ cosi'” del Rifugio 7° Alpini.
Uno di quei letti usati e riusati, con la rete inclinata da un lato, di quei letti che ti fan sentire veramente in rifugio, che non hanno niente da invidiare a quelli dei bivacchi.
Ma, a dirla tutta, non è nemmeno il letto il problema più grande, piuttosto è quella specie di mix tra sega elettrica ed orso che a meno di due metri dalle tue orecchie continua a ruggire o russare, come preferite, intervallando il tutto con apnee e soffocamenti sventati all’ultimo, tra sbuffi e latrati.
Non una gran notte, sebbene comunque memorabile… E chi se lo scorda più quella specie di manzo/orso che ha tenuto tutti svegli!
Comunque sia, dalle 5 o 6 lentamente gli ospiti si alzano, preparano zaini e materiale e scendono per la colazione.
Noi, che si sperava di restar orizzontali almeno fino alle 8, ci ritroviamo verso le 7 e qualcosa ad annoiarci, oramai troppo distrutti per dormire veramente, e con rumori e vocii sempre crescenti, dal cortile antistante il rifugio.
Che fare? Ci arrendiamo all’evidenza e ci alziamo. Colazione, tentando di rallentare rispetto agli altri.
Poi, lentamente, osserviamo tutti lasciare il rifugio e pure noi ci prepariamo per partire.
Vogliamo essere soli, liberi, senza code, senza intoppi, ma soprattutto cerchiamo la rara sensazione che sia ancora possibile fare un po di montagna senza soccombere alla folla.
Sappiamo bene che non è reale, soprattutto considerando che con noi al mattino c’era un gruppo di quasi una trentina di ragazzi, più vari altri ospiti in solitaria o in gruppi di 2 o più.
Ma, partendo tardi e lasciando che ognuno abbia il tempo di scegliere la sua strada e di portarsi fuori vista ed orecchio, forse un minimo di intimità con la Schiara riusciremo ad ottenerla.
Terminiamo la colazione e prepariamo gli zaini, ricolmi come il giorno prima, visto che stanotte non torniamo al Rifugio 7° Alpini.
Abbiamo in programma di portarci in cima alla Schiara, seguendo una via ferrata o l’altra.
Poi, nel pomeriggio, caleremo verso il Bivacco Marmol, per disfare lo zaino e prepararsi a passare li la notte.
A conti fatti mi par di ricordare che questo sarà il mia prima permanenza notturna in Bivacco . Non so se dormirò, si vedrà!
Partiamo. La salita tira bene, su sentierino che a zig zag si innalza alle spalle del Rifugio 7° Alpini.
Resto presto senza fiato, ma fortunatamente in poche decine di minuti siamo alla base di una prima parete, di fianco a quello che mi piace chiamare “il portale”, una sorta di enorme portone nella roccia, che in realtà è il segno lasciato dal distacco di un grosso pezzo di parete.
Avvistato l’attacco della ferrata Marmol Zacchi, ci prepariamo con imbrago, caschetto e quant’altro.
Parto per primo. Siamo sul primo tratto, quello in comune sia alla ferrata Marmol che alla Zacchi.
Divertente, su tratti non troppo lunghi, con tanto di mini specchio d’acqua alimentato da un gocciolio continuo… Quasi fatato.
Procediamo e presto, al bivio tra Marmol e Zacchi, viene il momento di decidere su quale direzione procedere.
Mi fermo appena 2 secondi e subito decido per la Zacchi, catalogata come un po’ più complessa, ma che sicuramente ci porta in cima alla Schiara nel modo più classico, il preferito dai più, consentendoci poi di scendere su un altro versante, verso il Bivacco Marmol.
La complessità non è poi così elevata. Me la cavo in modo più che degno, nonostante non sia questo il mio modo “naturale” di procedere in montagna.
Certo, la Ferrata Ettore Bovero al Col Rosà mi è servita come preparazione psicologica, se non propriamente fisica.
Giungiamo presto al Bivacco Bernardina, posto quasi in equilibrio su una cengia, di fronte alla Gusela del Vescovà.
Quante volte ho già visto dal vivo ed in foto la Gusela del Vescovà. Ed oggi finalmente ci sono di fronte, così vicino che faccio fatica a fotografarla tutta!
Breve sosta al Bivacco Bernardina e poi da qui ripartiamo seguendo ora la Ferrata Berti che sale alla cima della Schiara.
Anche questo un tratto impegnativo, ma niente di proibitivo.
Percepisco chiaramente un piacevole senso di abitudine alla ferrata, tipologia di sentiero per me non ancora così consueto.
Siamo infine in cima alla Sciara!
Impressionante la croce piegata di lato, quasi completamente priva di ancoraggio.
Vien da pensare che se qualcuno non provvede rapidamente ad issarla di nuovo in verticale o perlomeno ad ancorarla, presto farà un gran volo!
Sosta e foto di rito. Mangiucchiamo qualcosa ed intanto tentiamo di comunicare con chi invece sta in cima al vicino Pelf o giù al Bivacco Marmol.
Tentativi vani, non ci guardano e non ci vedono sbracciarci. Anche di sentire i nostri richiami non se ne parla nemmeno!
Probabilmente sono i ragazzi partiti stamane in gruppo. E probabilmente hanno ben altro da fare che guardare chi tenta di salutarli dalla Schiara!
Iniziamo a scendere. Siamo oramai senza acqua.
La discesa non è breve. Prima su cresta e poi su pendio. Lentamente ci portiamo verso il bivacco Marmol.
Avvistiamo finalmente il bivacco ma prima di raggiungerlo serve trovare un po d’acqua. Cerchiamo lì intorno, su una guida abbiamo letto che ci sono uno o due piccoli nevai lì vicino.
Una sorta di grande crepa nella roccia rivela un residuo di neve che gocciola in modo allegro. Valutiamo però un po scomodo scendere fin la sotto per raccogliere acqua. Decidiamo di tenerlo come ultima spiaggia.
Cerchiamo nuovamente, più verso ovest, dove dall’alto abbiamo notato una lingua di neve.
La raggiungiamo e lentamente, molto lentamente, raccogliamo circa 3 litri d’acqua.
E’ il momento di portarsi presso il Bivacco.
Lo raggiungiamo e dopo aver provato e riprovato finalmente la porta si lascia aprire (decisamente dura!).
Siamo soli.
Il sole inizia ad abbassarsi creando meravigliosi giochi di luce contro le pareti della Schiara.
Mangiamo qualcosina e beviamo un po’ d’acqua.
Non sale nessuno. Pare proprio che il Bivacco Marmol per stanotte sarà tutto nostro! Non ci speravamo proprio!
Alle 19.00 siamo già sdraiati a chiacchierare.
Alle 19:30 il mio amico sta già parlando da solo, da almeno 5 minuti.
Sono praticamente svenuto dalla stanchezza.
Ho riaperto gli occhi solo durante la notte, per tentare di vedere il firmamento dalla piccola finestrina di fianco al mio letto.
Poi di nuovo nel modo dei sogni, fino all’alba!
Un gran sonno ristoratore, senza alcun rumore a disturbarlo, fino a quando l’alba fredda ci spinge giù dal letto, intirizziti ma felici, pronti per una nuova giornata di fatiche.
Lentamente ci ricomponiamo, ci rivestiamo, e tentiamo di abbozzare una colazione.
Prepariamo gli zaini, rimettiamo ordine, chiudiamo il Bivacco e ripartiamo.
La terza ed ultima giornata ci vedrà conquistare il Pelf, scendere nuovamente al Rifugio 7° Alpini ed infine ancor più giù, fino alle case Bortot, dove ci aspetta l’auto ed il viaggio di rientro.
Ma questa è un’altra storia.
A presto!
La giornata precedente:
Su al Rifugio 7° Alpini, sullo Schiara
La giornata successiva:
Ferrata Marino Guardiano alla cima del Pelf