Ferrata Guzzella sul Monte Grappa

23 Settembre 2007 – Ferrata Guzzella sul Monte Grappa.

Rieccomi, dopo un paio d’anni, di nuovo sulla strada che da sud si avvicina al Monte Grappa.

Eccomi di nuovo a cercare il cartello che indica Fietta, nei pressi di Paderno del Grappa.

E dopo Fietta eccomi a seguite preciso le indicazioni per la Valle San Liberale, su fino a dove si può percorrere in auto.

Una valle lunga, che penetra profonda nel massiccio del Grappa, alzandosi poco, tenendo tutto il dislivello per dopo, per le gambe.

Ed eccomi finalmente al parcheggio, vicino al Ristorante e Rifugio San Liberale, con lo zaino più scarico possibile, le scarpe da trekking basse (che di solito uso per la mtb), ben conscio che ci sarà da salire un bel po’, ci sarà da soffrire quanto basta.

In zaino il minimo indispensabile: maglione leggero d’emergenza, k-way che non si sa mai, l’imbragatura ben riposta, un paio di guanti resistenti, un litro d’acqua che forse è pure poco ed infine il caschetto agganciato all’esterno, che fa anche un po figo!

I panini sono stipati nello zaino del compare di viaggio… Coppa e salame con aglio!

Breve consultazione delle mappe a disposizione, dei cartelli CAI, della morfologia della valle… OK, si parte!

Segnali chiari ci guidano verso la direttissima alla Cima del Grappa, verso ovest, che sfrutta appunto il sentiero attrezzato della Guzzella, o ferrata Guzzella.

Si sale piano, su larga sterrata, passando vicino al Sacello di San Liberale, un tempietto da poco restaurato.

Si chiacchiera, si fa qualche foto, siamo così di buon umore per la giornatona che ci si prospetta, che riusciamo a perde l’indicazione chiave per la direttissima!

Quasi un’ora dopo ritroviamo il sentiero smarrito.

Nel frattempo abbiamo esplorato una parte del Grappa che non avevamo strettamente bisogno di vedere. Per una svista ci siamo giocati un’ora di luce, un po di energie e una fettina di buon umore.

Pazienza, si riparte!

Il sentiero corretto sale rapido, ma veramente rapido.

Dieci minuti ed i polpacci iniziano a farsi caldi.

Ripido e costante, il tracciato ci fa guadagnare rapidamente quota, mettendoci però a dura prova.

Saliamo costantemente su lievi zig zag, tenendoci quasi sempre su di una sorta di cresta, da dove possiamo ammirare il bosco sotto di noi, pulito, ricco di legname tagliato ed ammucchiato alla base degli alberi.

Fa impressione pensare che la gente salga fin quassù per venire a lavorare… La salita stessa è già un lavoro di per sé!

Persi nei nostri pensieri, tra gocce di sudore e dolori alle gambe, avvistiamo finalmente un cartello segnaletico e, neanche fosse un bar pieno di gelati, sentiamo tornare il buon umore.

Siamo all’incrocio con il sentiero CAI 102.
Ci sediamo, riprendiamo fiato, consultiamo la mappa e dopo qualche quadretto di cioccolata proseguiamo la salita.

Secondo la mappa abbiamo solo un altro breve tratto di bosco, poi dovremmo uscire “allo scoperto”, dove roccia ed erba la fanno da padrone, dove la verticalità aumenta e diviene standard.

Anche questo pezzo si fa sentire netto sui polpacci. Siamo sul fondo di una valletta che lentamente impenna, noncurante dell’efetto che ha su noi poveri mortali.

Pareti di roccia compaiono improvvisamente sulla sinistra creando un piacevole diversivo per l’occhio.

Il tracciato si fa ancora più duro, quasi verticale. Il bosco dirada e le piante si fanno più basse. S’iniziano a vedere le prime vere guglie rocciose.

Gli ultimi passi e l’oramai strettissima valletta termina su una piccola cresta da dove possiamo finalmente ammirare le pareti vicine, dove sale anche la ferrata Sass Brusai.

Ed è anche il momento della nostra ferrata odierna, la ferrata Guzzella, che vediamo iniziare pochi metri più avanti, dietro gli ultimi cespugli che ci separano dalla parete di roccia.

Fino a qui “avremmo” impiegato circa 2 ore, se non avessimo sbagliato direzione più in basso!

Pausa di rito per la vestizione, fondamentale anche per recuperare fiato e controllo.

L’amico indossa la bandana, ed i gesti rituali fanno venire alla mente un guerriero che si prepara alla lotta… Ok, forse sto un po’ esagerando, ma il momento è importante, l’amico non ha che tre ferrate sulle spalle. Fare esperienza sarà certamente per lui uno dei cardini di questa giornata.

Io, che di ferrate ne ho viste invece solo alcune in più di lui, mi sento un po nervoso perché è la prima volta che accompagno qualcuno. Ho un po la responsabilità di aver scelto il tracciato e deciso la ferrata.

Bene. Ognuno tralasci i suoi pensieri e si concentri sulla ferrata. è tempo di salire!

Bella, pulita, divertente e non troppo complicata.
La prima parte della ferrata Guzzella ci riempie di soddisfazione.

Si lascia salire bene, con calma, godendo di ogni “passo” avanti, offrendo buoni appigli ed invitandoci ad usare il meno possibile la corda per avanzare.

L’assicurazione è buona, chiodi e corde fisse sono state cambiate di recente, la sicurezza è garantita.

Una prima buona mezzora di ferrata fa della Guzzella uno degli itinerari che già mentre lo percorri ti riprometti di tornare a rifarlo, nonostante la salita spacca gambe per raggiungere l’attacco.

Poi però la situazione cambia un pochino.

Da ferrata Guzzella, il tracciato si trasforma lentamente in “sentiero attrezzato” Guzzella.

I tratti di sentiero si fanno più lunghi, rigorosamente in salita. Ripidi percorsi su creste erbose vengono piano piano a sostituirsi all’iniziale roccia tanto accogliente e gradita.

La stanchezza accumulata, anche a causa dell’errore commesso per raggiungere l’attacco, ci fa un po’ odiare questi tratti di sentiero così protratti.

In realtà il paesaggio è magnifico e ciò che ci crea quel pizzico di disappunto è in effetti la fatica accumulata.

Maciniamo anche l’ultima paretina e siamo finalmente in vista della strada asfaltata delle malghe.

Fino a qui circa 1 ora scarsa di ferrata, percorsa con comodo, senza troppa fretta.

L’incrocio tra la ferrata Guzzella e la strada asfaltata è esattamente all’ingresso di una galleria. La strada percorre la galleria mentre il secondo tratto della ferrata si arrampica proprio sulla parete esterna del cunicolo roccioso.

Osserviamo bene l’attacco del secondo tratto e, vista la complessità, decidiamo di sostare per un bel panino! Pane e salame con l’aglio!

Quattro chiacchiere, qualche considerazione sulla semplicità della prima parte della ferrata, qualche confronto con la vicina ferrata Sass Brusai, anch’essa intervallata da parti di sentiero, ma piccoli tratti, e pressoché pianeggianti.

A stomaco pieno e con l’acqua oramai agli sgoccioli, ci prepariamo di nuovo a salire.

L’attacco della seconda parte, come già notato, mostra qualche lieve problema.

Il mio amico sale per primo, quasi disinvolto, mentre io resto un po di più a riflettere sul come cominciare.

In effetti chi non se la sente di continuare, può qui uscire sulla strada asfaltata e dirigersi a Pian de la Bala, verso est (non serve entrare in galleria!), da dove poi può scendere verso San Liberale.

Se si sceglie di proseguire, tenete presente che l’attacco non è la sola parte ostica della ferrata… Pochi metri dopo ve ne renderete conto.

Ed è infatti solo 20 o 30 metri dopo che la ferrata Guzzella sale di nuovo su parete, solo che la parete si rivela leggermente strapiombante!

Ebbene si, l’impressione netta è che se non ci fossero le corde non si starebbe appesi alla parete!

Naturalmente questo vale per noi, poveri ferratisti della domenica, ma di sicuro il passaggio non è facile e si passano attimi di tensione … Non solo muscolare!

Ripeto: in caso di stanchezza “conclamata” o particolare difficoltà nell’attaccare il secondo tratto, forse vale la pena riflettere su un’interruzione strategica sfruttando la strada asfaltata.

Dopo il tratto strapiombante, la ferrata non offre ulteriori attimi di panico, procede ancora in salita, su parete, richiedendo impegno e cautela, ma sicuramente in modo meno problematico.

Infine la pendenza si distende e la ferrata Guzzella lascia spazio ad un sentierino che punta verso cima Grappa.

Siamo alla fine della parte attrezzata, ma non c’è qui altra via che continuare sul sentierino che punta verso la cima.

La sete si fa sentire, il panino al salame chiede vendetta.

Cima Grappa non era nei nostri piani, siamo senza liquidi e il mio compare inizia ad accusare alcuni crampi. è il momento di trovare un modo per iniziare a scendere ed arrivare a Pian de la Bala!
Più ancora ci serve acqua o birra … Meglio birra!

Da una rapida occhiata individuiamo una malga sulla destra mentre procediamo in direzione Cima Grappa.

Indicazioni e sentiero non tardano ad arrivare: Malga Val Vecchia! Dal vociare che ci arriva, li ci dev’essere della birra! Sentiero in discesa e passo rapido, un unico obiettivo: bere e riposare!

Malga Val Vecchia mantiene le promesse! Birra fresca alla spina (1 litro solo per me!) e grandi panche all’aperto. Ricarichiamo alla grande!

A mente più serena decidiamo da qui di scendere a Pian de la Bala su comoda sterrata e poi risalire lungo il panoramico sentiero delle Meatte, fino ad incrociare la ferrata Sass Brusai, che qui attraversa sul mitico ponte tibetano.

Breve pausa per osservare il passaggio di alcuni escursionisti impegnati in ferrata Sass Brusai.
Ci ripromettiamo di tornare a farla, visto che l’amico ancora non ha avuto questo piacere.

Dopo esser passati sotto al ponte tibetano procediamo oltre, fino ad un piccolo crocevia dove proseguiamo abbandonando sulla sinistra il sentiero della Meatte, che qui svolta.

Una bella fontana che pare quasi un monumento ci da modo di riempire di nuovo le boracce. Abbiamo ancora due panini in saccoccia e non esiste che arrivino a San Liberale intatti!

Proseguiamo in quota per altri 5 minuti, accellerando il passo, e finalmente uno splendido segnale ci indica una diramazione in discesa per “San Liberale”.

OK! Da qui in avanti è pura discesa, nessun bivio e nessun dubbio!

Partiamo di buona lena. Sostiamo presso le due piccole gallerie ad un terzo della discesa e divoriamo i panini.

Ora niente ci può più tenere! Fissiamo un ritmo di discesa piuttosto sostenuto che riusciamo a tenere fino a San Liberale. Due schegge impazzite.

In circa 1 ora e 20 minuti scendiamo dal cartello “San Liberale” al parcheggio, compresa una sosta di 10 minuti abbondanti per sterminare gli ultimi panini.

Gli amici in ferrata Sass Brusai tentano di raggiungerci ma invano. Ci ritroveranno solo più giù, al Rifugio San Liberale, mentre ci rilassiamo davanti ad una buona birra.

E’ andata, ed anche benone.

Abbiamo calcolato male l’acqua, soprattutto sapendo di aver panini al salame nello zaino! Lo dico scherzando, ma in effetti sul Grappa l’acqua serve: fa caldo, e trovarsi senza liquidi rende tutto più difficoltoso.

Personalmente aggiungo una ulteriore tacca di soddisfazione: le scarpe basse si sono dimostrate ottime sia in salita che in ferrata.
Perfette anche in discesa, nonostante il ritmo sostenuto che ci siamo imposti.

Coronamento finale a Pederobba con un gelato in piazza. Poi via a cercare un buon posto dove cenare!

Informazioni ulteriori:

BAR RISTORANTE “S. LIBERALE”
Valle San Liberale, 3
31010 Paderno del Grappa (TV)
Tel. 0423.53308
(chiuso il lunedì)

ALTRE FERRATE SUL MONTE GRAPPA
Ferrata Sass Brusai.

CARTINE TOPOGRAFICHE
Non ho ancora trovato una cartina che indichi entrambe le ferrate (Guzzella e Sass Brusai) per intero.

UN GIUDIZIO PERSONALE
Personalmente continuo a preferire la ferrata Sass Brusai alla Guzzella.

Ritengo la Sass Brusai più completa, più varia e più continua.

Non posso inoltre sottovalutare la maggior complessità della Guzzella, in particolare all’inizio del secondo tratto, dove la parte strapiombante può creare momenti di forte tensione.

La Guzzella va trattata con un po più di cautela, per non rischiare di sacrificare il divertimento alla fatica ed alla tensione.

Fatevi i vostri conti!

Ecco l'insegna che segnala l'inizio del sentiero nel bosco. Noi ce la siamo lasciata sfuggire. Una distrazione che ci è costata un'oretta buona di giri a vuoto.
Ecco l’insegna che segnala l’inizio del sentiero nel bosco. Noi ce la siamo lasciata sfuggire. Una distrazione che ci è costata un’oretta buona di giri a vuoto.
Finalmente sul sentiero giusto, che poi tanto "giusto" non è ... Tira da far male ai polpacci!
Finalmente sul sentiero giusto, che poi tanto “giusto” non è … Tira da far male ai polpacci!
L'attacco della Ferrata Guzzella. Ci siamo, da qui inizia il divertimento!
L’attacco della Ferrata Guzzella. Ci siamo, da qui inizia il divertimento!
Si sale bene, rapidi, senza troppe difficoltà. è un piacere unico.
Si sale bene, rapidi, senza troppe difficoltà. è un piacere unico.
Ancora un ultimo tiro di ferrata, a breve si conclude il primo tratto della Ferrata Guzzella.
Ancora un ultimo tiro di ferrata, a breve si conclude il primo tratto della Ferrata Guzzella.
E qui inizia il secondo tratto, il più ostico. Chi non se la sente o si ritrova eccessivamente stanco, non dovrebbe iniziare questo secondo tratto.
E qui inizia il secondo tratto, il più ostico. Chi non se la sente o si ritrova eccessivamente stanco, non dovrebbe iniziare questo secondo tratto.
Il tratto più impegnativo dell'intera ferrata. Poco dopo l'inizio della seconda parte, una parete strapiombante ci mette a dura prova. L'attrezzatura fissa diviene necessaria, come anche una buona dose di forza nelle braccia.
Il tratto più impegnativo dell’intera ferrata. Poco dopo l’inizio della seconda parte, una parete strapiombante ci mette a dura prova. L’attrezzatura fissa diviene necessaria, come anche una buona dose di forza nelle braccia.
Alla fine della Ferrata Guzzella, sul sentiero che porta alla cima. Da qui scenderemo alla Malga Val Vecchia, visibile qui al centro della foto, in mezzo al bosco.
Alla fine della Ferrata Guzzella, sul sentiero che porta alla cima. Da qui scenderemo alla Malga Val Vecchia, visibile qui al centro della foto, in mezzo al bosco.
Scendendo dalla Malga Val Vecchia. Pian de la Bala ed il sentiero Meatte che s'incunea tra le rocce. Sarà il nostro sentiero del ritorno.
Scendendo dalla Malga Val Vecchia. Pian de la Bala ed il sentiero Meatte che s’incunea tra le rocce. Sarà il nostro sentiero del ritorno.
Dal sentiero delle Meatte, uno sguardo indietro verso Pian de la Bala e la strada che scende da Malga Val Vecchia.
Dal sentiero delle Meatte, uno sguardo indietro verso Pian de la Bala e la strada che scende da Malga Val Vecchia.
Ancora uno sguardo all'indietro mentre siamo sul sentiero delle Meatte.
Ancora uno sguardo all’indietro mentre siamo sul sentiero delle Meatte.
Scendendo verso San Liberale si passano un paio di gallerie. Un panino e poi giù veloci fino al Rifugio San Liberale.
Scendendo verso San Liberale si passano un paio di gallerie. Un panino e poi giù veloci fino al Rifugio San Liberale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.