Domenica 21 Agosto 2011 – Forra del Vinadia e torrente Picchions
Agosto si avvicina pian piano al suo termine.
Tutto il caldo negatoci da Luglio, lo sta ora giostrando Agosto nel giro di 1 settimana.
Quindi settimana piuttosto caliente, che richiede un giro ben studiato, all’insegna del refrigerio.
Librettino alla mano, si cerca qualcosa di fresco, non troppo complesso, non troppo lungo, non troppo lontano…
La Forra del Vinadia! Ecco la soluzione ai nostri giorni appiccicaticci!
Avvicinamento in auto, con molta calma, oggi tutto va fatto con calma… e aria condizionata!
Pausa caffè a Villa Santina, in piena Carnia.
Respiriamo un po di quest’aria festiva e calda, poi ripartiamo, manca poco.
Da dopo il centro di Villa Santina, prendiamo a destra per Lauco ed infine Vinaio.
All’ingresso di Vinaio lasciamo l’auto e ci prepariamo … io porto anche una felpa, che non si sa mai, ma il solo pensiero suona come un’eresia nel contesto assolato.
Pronti! Zaini in spalla e libretto alla mano.
Ritorniamo alla cabina Enel vista arrivando in paese e da li (segnaletica molto chiara) iniziamo a scendere.
Un centinaio di metri di dislivello complessivi, riporta la guida.
Solo questa discesa iniziale sembra volerseli mangiar tutti d’un fiato.
Alla fine siamo sul letto di un piccolo torrente, il sentiero sparisce ed iniziano i pallini rossi (anzi, delle piccole frecce triangolari rosse).
Aguzziamo la vista e tastiamo il terreno … da qui ci si muove all’80% sul letto del torrente e le rocce sono prevalentemente umide e scivolose.
Il primo torrentino si avvicina rapidamente al torrente Vinadia, regalandoci i primi scorci di pareti rocciose assolate.
Il Vinadia scorre qui sul fondo di una gola stretta con alte pareti strapiombanti.
Ne risulta un luogo piuttosto surreale, fresco, quasi isolato nel suo stesso guscio.
Di masso in masso, facendo ESTREMA attenzione a non scivolare, ci spostiamo seguendo alla meglio i vari bollini rossi.
Non c’e’ un unico percorso, i bollini rossi sono presenti in più direzioni e questo probabilmente a segnalare che ci sono più punti che vale la pena di vedere.
Il Vinadia è qui costellato di enormi massi, poggiati su grandi lastre che fanno quasi da pavimento, con insenature laterali sulla base delle pareti, ombreggiate e fresche.
Sembra realmente una grande piazza coperta, ha un po del surreale.
Mentre le scatto, già mi accorgo che le foto difficilmente renderanno l’idea.
Procediamo cauti per non scivolare, ma anche per aver il tempo di trovare il percorso migliore che non ci obblighi ad entrare in acqua con gli scarponi.
Guardiamo lo spettacolo intorno a noi e sopra di noi… ed un po di ansia si fa strada.
Qui forse un caschetto non sarebbe stato superfluo: sopra di noi, dalle pareti a strapiombo cadono di continuo gocce d’acqua, a ricordarci che buona parte del letto del torrente è sotto un ombrello di roccia… e non si tratta certo di un monoblocco in granito… non so se mi spiego.
Proseguiamo, zigzagando tra massi e lingue di acqua fresca.
A breve siamo nel tratto in cui le pareti si sfiorano al vertice, anzi un diedro si è nel tempo appoggiato alla parete di fronte…..
E’ questo il punto della forra che si vede spesso nelle illustrazioni.
Pranzo fugace all’ombra del diedro, poi via, che ci si sente sempre un pochino in pericolo sotto a queste pareti, basterebbe un sassolino dall’alto a farci un buco in testa!
Continuando lungo il corso del Vinadia, sulla sponda destra, si oltrepassa il punto in cui da sinistra si immette il torrente Picchions.
Il Picchions, pochi metri prima di unirsi al Vinadia, effettua un salto non indifferente, con una splendida cascata nascosta tra le rocce.
Per andar a vedere la cascata si prosegue per 20 o 30 metri e si guada il Vinadia presso un cavo d’acciaio che lo attraversa.
Si, avete letto bene, si guada il Vinadia … quindi se nella prima parte avete in mente di far i salti mortali per non bagnarvi le scarpe, lasciate stare, andate pure in acqua se conviene, tanto ci andrete di sicuro più avanti!
Il guado è basso, poche decine di centimetri d’acqua, ma quanto basta ad inzupparci gli scarponi.
Poco male, appena fuori dall’acqua fresca, la temperatura dei piedi ritorna subito normale.
Appena al di là del guado risaliamo per poche decine di metri il Vinadia fino a vedere la splendida cascata del Picchions.
Per arrivarci vicini occorre finire di nuovo con i piedi nell’acqua, ma oramai ci facciamo poco caso, la cascata è talmente bella che non va persa!
A parte la spettacolarità del salto d’acqua, ad aumentare il fascino della cascata contribuisce non poco la piccola gola che la contiene.
La gola e la vegetazione ce ne circonda la parte più alta, sembra voler quasi racchiudere e proteggere la cascata.
E noi in questa sorta di “stanza della cascata” ci entriamo subito, per ammirarla quanto più da vicino possibile.
Ritorniamo poi, soddisfatti, sui nostri passi fin al punto del guado.
Dal guado, o appena più avanti, si scorge un’altra cascata sulla destra, lungo in Vinadia.
E’ molto alta ma a prima vista sembra meno spettacolare di quella appena visitata.
Decidiamo di lasciar stare, adesso è ora di vedere di che pasta è fatto il torrente Picchions!
In corrispondenza del guado sul Viandia, puntiamo dritti nel fitto del bosco.
Un sentiero, non particolarmente visibile, inizia a salire in modo deciso.
Dopo un primo tiro di salita, s’incrocia una panca ed un piccolo terrazzo naturale limitato da uno steccato, da dove si gode nuovamente della vista della cascata del Picchions ma questa volta dall’alto.
Saliamo ancora, ultimi sforzi, ed arriviamo sul letto del Picchions poco prima che questo si getti di sotto verso il Vinadia.
Spettacolare, anche il torrente Picchions si rivela splendido da percorrere ma soprattutto lo si può fare a mente serena, senza pericoli sulla testa e senza troppi massi scivolosi.
Il pericolo di scivolare c’e’ ancora, ma si tratta di lastre parallele leggermente inclinate, che il torrente percorre arricchendosi continuamente di piccole cascate a gradino.
Meraviglioso, rilassante, fresco, ombreggiato e ricco di piccoli scorci e giochi d’acqua che ci lasciamo con un perenne sorriso ebete stampigliato in faccia.
“Bello, proprio bello” è l’unica frase che continuiamo a ripeterci.
Anche qui le foto non rendono del tutto, ma forse colgono un pochino di più l’ambientazione, molto meno ampia ed imponente di quella del torrente Vinadia.
Risaliamo con calma il Picchions passando da destra a sinistra secondo le direzioni del flusso dell’acqua ed a volte anche ci concediamo pure qualche bel trato di passeggiata direttamente dentro all’acqua tranquilla e trasparente.
Purtroppo anche le cose più belle finiscono, e questo splendido tratto di torrente camminabile finisce “sotto ad un ponte” … par brutto a dirsi, ma per un torrente è assai frequente. :O)
Scherzi a parte, arrivati al ponte che non potete non notare, concedetevi pure una sbirciatina ulteriore, ancora più a monte, per qualche altra decina di metri.
Vale la pena bagnarsi i piedi un’ultima volta, anche solo per osservare un breve ulteriore tratto, fin dove risalire diviene in effetti molo più complicato.
Salutato il Picchions e guadagnata la strada (ponte=strada) ci ritroviamo fuori dalla gola e dalla vegetazione, nuovamente esposti al caldo ed al sole diretto.
Con calma serafica individuiamo il campanile di Vinaio e c’incamminiamo lungo quest’ultimo caliente tratto su asfalto.
Al campanile teniamo la sinistra ed in pochi minuti siamo al parcheggio … sudati, nonostante la calma serafica!
Ripulita finale, cambio di scarpe e calzini bagnati (ricordatevi di portare sempre un cambio!!!)
… e poi via verso una birra fresca!
NOTE: rispetto alla guida che indicava 2,8 km nel tempo di 1:40, noi abbiamo impiegato quasi 4 ore procedendo con calma, permettendoci una pausa di 15 minuti per un panino, e un paio di altre pause per contemplare ciò che ci stava intorno.
Direi che tutto considerato è più veritiero il nostro tempo, a meno che non vogliate rischiare le gambe sui massi umidi e scivolosi.
Inoltre, io vi suggerisco caldamente di infilarvi in testa un caschetto… la sfiga sta sempre in aguato e qui ha modo di colpirvi quando vuole!
TRUCCHETTO: se mentre camminate sui massi umidi, non vi sentite particolarmente al sicuro, provate a mettere un paio di calzini grossi sopra agli scarponi, dicono che dia un grip eccezionale!
Non l’ho testato personalmente ma almeno in due mi hanno detto che funziona molto bene… mi pare un’ottima ragione per tener sempre un paio di calzini in più in zaino!
Buoni giri!